lunedì, ottobre 31, 2011

In memoria di Sergio Pavia

Diceva che avevo sempre la risposta pronta... mi ha messo davanti a una situazione che non lascia spazio a risposte. Aveva un cervello sovraumano ma usava più di tutto il cuore. La sua passione più grande era appassionarsi e appassionare, non importava che si trattasse di lingue straniere (grammatiche e letterature), dama o scacchi, politica, filosofia o musica: qualunque cosa facesse lo interessava massimamente, gli riusciva benissimo e la sapeva insegnare. Una vita di apprendimento continuo, che lo ha portato a una cultura inimmaginabile, ma una vita spesa interamente per l'insegnamento, una vita di comunicazione e attenzione agli altri. I suoi amici, colleghi e studenti l'hanno voluto ricordare oggi in una cerimonia toccante, che, sì, ha ravvivato il ricordo del dolore, ma ci ha anche fatto comprendere meglio la fortuna di averlo potuto conoscere. Sergio Ambrogio Pavia, professore ottimo e ottimo uomo.
Davide Testa - sezione D Bramante - classe 1993

1 commento:

Anonimo ha detto...

Potrei dire che mi ha insegnato l'inglese, che grazie al suo insegnamento ho imparato una lingua che altrimenti ora non conoscerei. Potrei dire che mi ha insegnato a giocare a scacchi, stregandomi con i racconti delle sue interminabili partite con amici russi che mi chiedevo come facesse a contattare.
Potrei dire che mi ha insegnato ad usare il computer, a realizzare presentazioni, mi ricordo ancora il lavoro fatto per la via Francigena con "Amico 3.0"
Potrei dire che mi ha trasmesso la passione per le lingue, che lui studiava, parlava ed ammirava senza preconcetti, donandomi quella curiosità per il linguaggio che mi ha condotto a studiare linguistica in università.
Però, forse, basta molto meno, basta accorgersi che una persona capace di trasmettere tanto ed in così poco tempo (come volano in fretta i tre anni delle medie) è stato un vero professore, un maestro non dietro la cattedra, ma attraverso l'esempio migliore che si possa dare: la vita.
Giuseppe Del Signore