TRAMA
Dopo essere stato venduto come
schiavo dai genitori, che volevano soldi per il matrimonio di una loro altra
figlia, ad un fabbricante di tappeti, il piccolo Iqbal tenta di scappare ma a
causa della corruzione della polizia viene ripreso e ricondotto alla fabbrica.
Nonostante il suo grande talento nella fabbricazione di tappeti Iqbal viene
venduto da un padrone all'altro per via del suo carattere ribelle e dei suoi
continui tentativi di fuga e passa attraverso diverse fabbriche meritandosi
così tra i bambini schiavi, il soprannome: iqbal il mago. L'ultima di queste è
gestita da un crudele uomo di nome Imran e da sua moglie.
Nella fabbrica di Imran le
condizioni di lavoro sono durissime e chi si lamenta o si comporta male viene
chiuso per giorni in una specie di pozzo chiamato "il buco" senza cibo con cui sfamarsi, inoltre i bambini sono
costantemente sorvegliati e controllati dal braccio destro di Imran, un ragazzo
un po' più grande di nome Tarek, ex fantino di elefanti di salute cagionevole
divenuto zoppo a seguito di un incidente. Nello stabilimento lavora anche una
bambina di nome Azira, sorella di Tarek di cui Iqbal si innamora, e che è
vittima degli abusi del padrone. Col passare del tempo i rapporti tra Iqbal e
Tarek migliorano e i due diventano amici. Inoltre Iqbal inizia a comportarsi
meglio e un giorno viene premiato: il padrone infatti lo porterà con sé durante
un'uscita in città.Mentre Imran è impegnato insieme a Tarek per scommettere
sulle gare di elefanti, Iqbal incontra il sindacalista, avvocato e attivista
Ulla Khasi che sta manifestando contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Il
bambino riesce a raccogliere e a nascondere un volantino e riesce a convincere
Tarek a leggerne il contenuto davanti a tutti i bambini. I due ragazzi vengono
scoperti ed entrambi chiusi nel "buco"
(il "buco" è una scatola di ferro bucata e messa fuori sotto il sole
cocente, i buchi servono a far entrare il vapore dell'acqua come in una sauna;
il calore fa sudare molto, Azira per non farli morire disidratati porta loro
dell'acqua), ma mentre Iqbal riesce a sopportare la tortura, il fragile Tarek
si ammala gravemente, al punto che tirati fuori dal "buco" il ragazzo è moribondo. Imran lo tiene in casa solo
perché la moglie si è affezionata al loro ex servitore.Iqbal a quel punto
sceglie di evadere, sapendo che il padrone non farà nulla per tentare di
salvare il suo amico Tarek, e si reca da Ulla Khasi denunciando la sua
situazione. Immediatamente Khasi costringe la polizia (dietro minaccia di uno
scandalo dell'intero mondo) ad intervenire per liberare gli schiavi.I ragazzi
(tra cui Iqbal e Azira) vengono portati in un centro di istruzione e recupero.
Tarek muore dentro lo sgabuzzino del padrone.Khasi si rende conto che la sua
posizione legale nei confronti degli sfruttatori è debole, infatti Imran è stato
arrestato per via delle condizioni di salute di Tarek, ma per far chiudere
altri stabilimenti ha bisogno di prove concrete per costringere la polizia ad
intervenire. In assenza di prove, i gestori possono essere avvisati dalla
corrotta polizia delle imminenti ispezioni e difendersi mettendo in scena una
simulazione di normale attività lavorativa e affermando che i bambini sono
trattati bene e secondo la legge. Khasi propone a Iqbal di aiutarlo e il
bambino accetta volentieri.Nei mesi seguenti Iqbal si introduce di nascosto in
diverse fabbriche per fornire a Khasi fotografie che documentano in modo
inconfutabile le condizioni in cui vivono i bambini sfruttati, permettendo
quindi, al sindacalista di far arrestare gli sfruttatori
Beatrice Diotis
Beatrice Diotis
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