
Io e mia mamma siamo puntuali, mettiamo i bagagli nella pancia del pullman…quando ci siamo tutti partiamo!
Il dubbio era cosa fare in sei ore di viaggio. La risposta era: giocare col game boy di Francesco o bisticciare con gli altri.
Arrivati al Mc.Donald ho mangiato tanto quanto bastava per star male.
Arrivati a Porto Fino dovevamo imbarcarci sul “draghetto”: c’era un vento fortissimo e il mare era agitatissimo...io avevo una nausea pazzesca, che neanche un travel gum me la faceva passare: grandi onde si imbattevano contro la costa. Tutto era contro di noi, ma alla fine ce l’abbiamo fatta.
Arrivati all’altra sponda andiamo per una strada tortuosa che ci porta all’albergo.
Durante il tragitto si mise a piovere, ma dopo spuntò il sole con un bellissimo arcobaleno.
Ci danno le chiavi della camera, corriamo velocissimi per aprire la porta: non si apre…alla fine la prof ce l’aprì. Era bellissima.
Ci posizionammo nei posti letto e ci riposammo un po’.
Alla sera io e Stefano indagammo sul “ vai e via “ di ragazzi, mentre Davide ballava come uno scatenato.
Torniamo in camera e, con i miei compagni, facciamo notte fonda.
Il giorno dopo fu tutta un’altra storia, gli albergatori ci diedero delle borse con dentro il pranzo e, partiti, ci accostammo in un museo napoleonico.
I mobili, i quadri, tutto aveva quello stile particolare di una volta, molto ricco e fastoso e molto semplice e caratteristico.
Dopo un po’ di riposo, siamo ritornati al punto di partenza, dove ci aspettava il pullman che ci ha portati nell’immensa villa di Napoleone. Quella era la settimana dell’arte per cui non abbiamo pagato l’ingresso. Devo dire che i mobili erano meno belli, secondo il mio gusto,…pensate che c’era una stanza coi tesori dell’Egitto!!!
Dal balcone della villa si aveva una vista che non riesco a spiegare a parole, era come se l’isola si aprisse agli occhi di chi la guardava.
Prendemmo l’autobus che ci portò in spiaggia.
Io, come mio solito, ho buttato il pallone sull’unico albero che c’era in spiaggia e la Lia (
una prof di “sostegno” ndr) fece Spiderman per recuperarlo …dopo questa esibizione tornammo in albergo.
Siccome avevano fatto gli stupidi, alcuni dei nostri compagni erano in castigo e, “per colpa della punizione”, alle 21,30 sono andati in camera.
Visto che era l’ultima sera anche le prof ballarono, scoprendo di avere un talento nascosto: la danza! Io non avevo neanche la forza di alzare la forchetta. Quella sera non ballai, giocai a Scala 40 con il prof S. e, udite, udite, ho vinto!!!
Il terzo giorno è stato un po’ noioso, perché siamo solo ritornati a casa. Per passare il tempo, inventai un nuovo gioco che si trattava di un alfabeto segreto, così, ridendo e scherzando, siamo arrivati a Vigevano e io saltai in braccio ai miei genitori, ma, se devo essere sincero, non mi mancarono per niente.
E’ stata la più bella gita che ho fatto in tutti questi anni e spero che anche l’anno prossimo faremo altre gite di più giorni.