Il 27 gennaio è definita la
giornata della memoria, giorno in cui si ricorda la liberazione degli internati
dai campi di concentramento. Questa è stata una triste storia, poiché molte persone
innocenti persero la vita. Abbiamo testimonianze che derivano da libri (“Il
Diario di Anna Frank”) e da film come “La Vita è bella” dove il protagonista
Guido, catturato insieme alla sua famiglia cerca di far credere a suo figlio
che tutto sia un gioco per tranquillizzarlo. In varie scene ho visto la
terribile condizione degli Ebrei nei campi di concentramento dove manca persino
il cibo. L’inutile, a mio parere, genocidio ha non solo inspirato film, libri
ma soprattutto segnato La vita degli uomini sopravvissuti. Quando la mia mente
immagina l’olocausto tremo al solo pensiero che bambini e ragazzi simili a me
abbiamo subito crudeli torture invece di vivere la loro adolescenza. Il giorno
della memoria è istituito per non dimenticare ciò che è accaduto.
Spero che un odio così grande
e devastante non possa più ripetersi.
Mattia Fusetto classe1D
SCARPETTE ROSSE
DI JOYCE LUSSU
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald.
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald.
Più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald.
Servivano a far coperte per i soldati.
Non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas.
di ciocche nere e castane
a Buchenwald.
Servivano a far coperte per i soldati.
Non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas.
C’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald.
Erano di un bimbo di tre anni,
forse di tre anni e mezzo.
Chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni,
ma il suo pianto
lo possiamo immaginare,
si sa come piangono i bambini.
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald.
Erano di un bimbo di tre anni,
forse di tre anni e mezzo.
Chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni,
ma il suo pianto
lo possiamo immaginare,
si sa come piangono i bambini.
Anche i suoi piedini
li possiamo immaginare.
Scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti
non crescono.
li possiamo immaginare.
Scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti
non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald,
quasi nuove,
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole…
a Buchenwald,
quasi nuove,
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole…
Giacomo Brunoldi classe 1D
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